“Le nostre periferie sono una tragedia umana e se non faremo interventi avremo tante Parigi”
ROMANO PRODI, intervista a “la Repubblica”, 5 novembre 2005
“…5 secondi e via.
Le torri di Punta Perotti a Bari se ne sono andate in 5 secondi il 2 aprile di quest’anno: una grande nuvola di fumo e polvere di cemento e via. Anche le torri di Val Fourré a Mantes-la Jolie se ne sono andate in 5 secondi l’ultima settimana di giugno 2006. E così, non ci sono più i grattacieli di Paternoster Square a Londra, demoliti all’inizio degli anni ’90 del secolo passato. Non ci sono più i 3 grattacieli di Marsham Street, sempre a Londra demoliti all’inizio del nuovo secolo. Non c’è più la Tour Bleue a Bruxelles, demolita nel 1992. Non ci sono più le Geneva Towers a San Francisco, le torri e le stecche di Lafayette Courts a Baltimore, le grandi stecche de La Courneuve che ospitavano, ciascuna, 6.000 abitanti.( ..)”
” … Non ci sono più i grattacieli di Victoria Square a Belfast, quelli di Ballymun a Dublino. Non c’è più il complesso di 3 grattacieli di Lyng Estate a West Bromwich, la Corinth Tower a Liverpool, la Clyde Tower a Birmingham.. Il 24 aprile 2005 se ne è andata in 5 secondi la Grange Tower a Sheffield, l’ultima di una serie di 15 torri tutte demolite.
Non ci sono più le stecche di Montfermeil, quelle di St. Etienne, di Nantes, di Lyon… Le Tours Picasso a Trelazé sono state demolite nel dicembre 2004, la Tour Komarov a Le Havre è stata demolita nel maggio 2005, le Tours Lavoisier a Montereau nel marzo 2006, le stecche di Les Gresillés a Dijon nel marzo 2006.
Centinaia di stecche e di torri, centinaia di migliaia di metri quadrati di Slab-urbia sono stati demoliti in pochi secondi, milioni di metri cubi che diventano il simbolo di uno dei più grandi fallimenti del XX secolo: quello delle periferie moderne.(…) “
” Costruite da non più di 40-50 anni, le periferie europee di Slab-urbia sono oggi in rovina. Incapaci di adattarsi ai cambiamenti, di connettersi organicamente con i quartieri della città tradizionale, enormi complessi edilizi sono diventati, oggi, un disastro ambientale, un luogo dove nessuno vuole andare ad abitare, un buco nero per le finanze pubbliche.(…) “
” A questo punto, la domanda d’obbligo è:CHE FARE? Come si può riparare un disastro che ha prosciugato le casse dell’amministrazione pubblica e creato delle vere emergenze a livello di sicurezza?
Fortunatamente, esistono oggi anche segnali incoraggianti di un cambiamento. Dovunque, in Europa, s’iniziano a demolire le peggiori aree periferiche e ad avviare serie operazioni di Rinascimento Urbano. Da Belfast, con la demolizione dei grattacieli di Victoria Street, a Bari con la demolizione delle torri di Punta Perotti, ovunque si registrano, finalmente, delle operazioni di ri-urbanizzazione che mirano a creare ambienti autenticamente urbani, a misura d’uomo, in un rapporto organico con l’ambiente naturale.
Si demoliscono le brutte periferie sub-urbane composte da stecche e grattacieli convenzionali, astratte e avulse da ogni contesto, tristi metafore di una rigida volontà globalizzante, e si costruiscono nuovi isolati urbani, nuove piazze, nuovi centri, nuovi quartieri. Addirittura, nuove città come a Val d’Europe. (…) “
SOVRADIMENSIONATO
PERIFERIE
CENTRI COMMERCIALI
ESPANSIONE INCONTROLLATA
CONGESTIONAMENTO DEL TRAFFICO
AUTOSTRADE
SPRECHI
INQUINAMENTO
La crescita esponenziale degli ipermercati sta minacciando la maggior parte delle città sia per l’impoverimento e lo svuotamento dei centri storici che per l’estensione delle dimensioni del sobborgo residenziale.
INTEGRAZIONE SOCIALE
USO MISTO
CONFINI CHIARI
REGNO PUBBLICO
RETI PEDONALI
TRASPORTI PUBBLICI
COESISTENZA
DENSITÀ CORRETTA
È fatto di blocchi urbani, edifici ad uso misto allineati sul bordo della strada; negozi al piano terra, uffici e residenziali sopra. È estremamente importante riconoscere la condizione tipologica: le qualità di un ambiente specifico, la sua urbanità, sono strettamente legate alla morfologia, al mix-use, alla definizione di uno spazio amichevole a misura d’uomo con edifici su strada, marciapiedi, portici, cortili interni. Questi elementi non hanno nulla a che fare con la condizione periferica geografica.
La morfologia del quartiere urbano tradizionale alla scala metropolitana: Parigi, quartier St. Germain.
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